Thursday, June 11, 2009

P.A. story: innovare vuol dire non dover mai dire “mi dispiace”.


Linea Amica, VIDEO DI PRESENTAZIONE, l’ultima nata dal seno degli innovatori, è il progetto di una P.A. "unica e interconnessa", cioè una rete che non risponda mai più al cittadino “mi dispiace, ciò che lei richiede non rientra nelle nostre competenze". Esprime la volontà di una P.A. che coltiva la sua love story, ovvero la sua passione per l’innovazione e il miglioramento continuo mossa da due imperativi : misurare la qualità dei servizi e soddisfare il cittadino- cliente attraverso l’apporto del valore aggiunto del networking e cioè la capacità di fare “rete tra le reti”. (GUARDA IL VIDEO DELL'EVENTO). A tre mesi dall’avvio del progetto, partito il 29 gennaio 2009 e realizzato dal Formez, nell’incontro del 14 maggio a Forum PA 2009 è stato presentato lo stato dell’arte del lavoro svolto, si è fatto il punto degli obiettivi raggiunti e quelli futuri, su come funziona il sistema del contact center multicanale “Linea Amica” (slides intervento), su come siano preziose le sperimentazioni dei diversi enti che hanno aderito al progetto e che hanno già esperienza nel contatto a distanza con il cittadino. Carlo Flamment, Presidente del Formez ha condotto il dibattito. “Linea Amica rappresenta il cambio di cultura: la Pubblica Amministrazione che si mette al servizio del cittadino, lo accompagna nella vita di tutti i giorni e lo informa dei servizi offerti. Potenziando la rete di strutture dei front office esistenti nella P.A non solo si da una risposta al cittadino più efficiente, gentile, trasparente, valutabile, ma si spinge anche il back office a migliorare”. Il miglioramento del back office, cavallo di battaglia da cavalcare con impeto e passione, mette in gioco i cavalieri della tavola rotonda spronati da Renato Brunetta, un indomito Re Artù che ha insistito sull’importanza del patrimonio della banca dati dinamica di tutte le domande e risposte dei cittadini. La banca dati è il Sacro Graal del terzo millennio e le informazioni che ne derivano "se ben studiate dagli esperti, potranno costituire un laboratorio a cielo aperto anche per i legislatori”. Il punto chiave del sistema è la sua continua evoluzione: un knowledge base in costante crescita, che costituisce il vero valore aggiunto offerto al cittadino”. Brunetta ha dichiarato al riguardo: “ho intenzione di stipulare delle convenzioni con università ed enti di ricerca, perché l’analisi di questi dati può aiutare la P.A. a migliorare il suo patrimonio di conoscenze e lo Stato a progettare meglio e a risolvere in anticipo i problemi”. Tra le intenzioni del ministro, quella di dotare Linea Amica di una piattaforma innovativa del valore di 50 milioni di euro per migliorare l’efficienza di tutto il sistema, “con il Formez a fare da agente catalizzatore di un cammino che non si deve arrestare”. A colpi di click e di slogan Brunetta chiama a raccolta la platea che applaude i suoi ”Mettiamoci la faccia”, “Entriamo nel merito” e “Teniamoci in contatto, aumentiamo il numero degli scambi con i cittadini messi a report, specializziamo le singole aree. Il lavoro di miglioramento ed umanizzazione del “mostro” P.A. è appena all’inizio, dobbiamo pensare ora alla riforma della Costituzione sulla Pubblica Amministrazione ed a una Carta dei doveri della P.A., che renda i suoi servizi sanzionabili, verificabili e valutabili”. Sergio Talamo, responsabile del progetto Linea Amica, nella sua introduzione ha spiegato i criteri di scelta delle risorse umane per il contact center di Linea Amica e ha annunciato il programma formativo “front office chiavi in mano". “Un front office di giovani laureati e motivati ed un back office di esperti specializzati, consapevoli che il sapere non valga più in astratto, per qualcosa, ma per qualcuno”. Con una chiara premessa: “Dietro Linea Amica non c’è il vuoto, ma 20 anni di analisi per rendere la comunicazione pubblica più vicina al cittadino e tante grandi strutture pubbliche che ogni giorno hanno decine di migliaia di contatti con i cittadini. Il vuoto perciò non è “dietro”, ma “davanti”: non è ancora abbastanza diffusa la consapevolezza che il risultato da raggiungere non è un numero né una “slide”, ma la soddisfazione del cittadino. Ebbene, la citizen satisfaction è il nostro unico metro di giudizio. E il cittadino che contatta Linea Amica, ha capito che chiamare non significa necessariamente protestare, ma percorrere insieme il cammino verso il risultato finale”. Anche nelle parole di Umberto Croppi, Assessore alle Politiche culturali e alla Comunicazione del Comune di Roma, è la citizem satisfaction la chiave di svolta. E’ il CRM il motore che muove la nuova PA. Quando parliamo di nuove tecnologie lo facciamo in forza di una visione di cosa debba essere un’amministrazione pubblica, necessaria per altro per rendere strategico e non occasionale il rapporto con l’innovazione. Al centro l’intesa con il cittadino che dai propri amministratori si aspetta procedure veloci, iter leggibili e controllabili, flessibilità nella fruizione dei servizi, standard elevati di qualità, trasparenza e accesso agli atti”. Croppi comunica dati che parlano da soli: il servizio "060606" gestisce 3,5 milioni di contatti all'anno. Serve impiegare nuovi indicatori atti a misurare il ritorno economico. 12.000 i contatti per l’Imps dichiarati nell’(intervista) di Antonio Mastrapasqua. Presidente Imps. Sono inoltre intervenuti: Paolo Crescimbeni, Presidente INPDAP, Marco Fabio Sartori, Presidente INAIL. Attilio Befera, Direttore Agenzia delle Entrate, Francesco Ripa Di Meana, Direttore Generale ASL Bologna (slides intervento) Alberto Tripi, Presidente Almaviva, Gianni Fontana, Direttore Generale Consorzio Sociale Gruppo Darco, Mauro Moruzzi, Direttore Generale CUP 2000, Paolo Vigevano, Amministratore Delegato Acquirente Unico (slides intervento), Tommaso Daniele, Presidente Onorario FAND, Salvatore Nocera, Vice Presidente FISH. Il salto di paradigma “dal cittadino utente al cittadino cliente” per un comune amico è il filo rosso dell’intervento di Mario Marini, Agenzia Innovazione Tecnologica, Servizi al cittadino/Comune Amico-Comune di Parma (slides intervento). Mario Marini conclude il suo intervento citando una frase incisiva di Lao Tsu che prendo volentieri in prestito per chiudere anch’io questo post turbo link (fonte Formez): “fa più. rumore un albero che cade che una foresta che cresce”. Meditate gente…meditate!

Wednesday, March 18, 2009

Se vedi ...CREDI


Doppio intento nel presentare il progetto che segue all'Assessorato alle Politiche Educative Scolastiche dell'Infanzia e della Gioventù del Comune di Roma (dalla mia postazione di dipendente del Dip. XVII ex XVI). Da un lato mi spinge la voglia di cavalcare l'onda del libro verde che condivido a piene mani


dall'altro la voglia di credere che gli accessori della politica non siano i braccialetti alle donne e i guinzagli alle intelligenze...

Progetto C.R.E.D.I
Cura della Relazione Educativa Domiciliare per l’Infanzia
Interventi per la qualificazione della figura di Baby Sitter come sostegno ai nuclei familiari



Partiamo dal titolo: perché “Credi”?


La scelta del titolo non è casuale. E’ pensata, voluta e costruita su misura. La fiducia, parola chiave che tormenta ma alimenta anche le politiche propositive che si impegnano per esplicare una funzione catalitica e non respingente della cittadinanza, si nutre di credibilità. In una parola un’intero programma: il recupero della sicurezza che l’Amministrazione sta funzionando, che la macchina Comunale va incontro e non contro le esigenze del cittadino. Andare incontro vuol dire “aver cura di” e infatti il primo termine è proprio la cura. Ci muoviamo nell’ambito della promozione delle politiche familiari e il nostro soggetto è la relazione educativa. Cura quindi delle relazioni positive a partire dalla propria casa, dal proprio habitat, avendo a cuore, prendendosi in carico proprio il delicato tema della crescita delle generazioni di domani
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Cura della Relazione Educativa Domiciliare per l’Infanzia

Il progetto “CREDI ” attraverso l’Istituzione e la regolamentazione di un Registro/Albo di Baby-sitter professionali intende ampliare la rete delle opportunità proposte ai bambini e alle loro famiglie residenti sul territorio del Comune di Roma e contribuire alla creazione di un Sistema Integrato e Differenziato di servizi rivolti alla prima infanzia. Tale servizio si propone di offrire la possibilità di avvalersi di Baby-Sitters selezionate, iscritte in un apposito elenco, che abbiano partecipato ad un percorso formativo qualificato, con l’obiettivo di fornire una valida opportunità di scelta per le famiglie che necessitano di un sostegno saltuario ma comunque affidabile nell’accudimento e nell’educazione dei figli o che decidono di provvedere a domicilio autonomamente alla cura delle bambine e dei bambini


Lo scenario : le politiche familiari come politiche dell’ascolto.
Analisi del contesto e fabbisogno
I servizi domiciliari rientrano nelle tipologie degli interventi e servizi a favore della prima infanzia e della famiglia previsti dalla legge 285/1997 e dalla legge 328/2000. Tali leggi hanno offerto su tutto il territorio nazionale una grande possibilità di innovazione identificando nei Comuni i soggetti coordinatori della progettazione e legando in una logica di programmazione integrata interventi condotti da una pluralità di soggetti pubblici e privati. Nello specifico, i servizi domiciliari, nascono a fianco della classica offerta di servizi alla prima infanzia promossa dall'Ente, rappresentata dagli asili nido, e sono motivati dai recenti cambiamenti avvenuti nella famiglia e nell'organizzazione dell'attività lavorativa. La riorganizzazione dei tempi di vita della coppia, conseguenti la nascita di un figlio, fa scaturire la necessità di una maggiore flessibilità dei servizi, e l'esigenza di individuare interventi nuovi, i cui tempi e spazi possono essere gestiti direttamente dalle famiglie. In linea del tutto teorica, le famiglie con bambini dovrebbero potere scegliere tra occuparsene personalmente, ricorrere a parenti, vicini o persone di fiducia, oppure affidarsi a strutture pubbliche o private. Nella pratica della vita quotidiana, posti insufficienti negli asili nido, mancanza di una rete di aiuto parentale, orari che non rispondono alle necessità dei genitori, costi troppo elevati, fanno sì che le famiglie sentano di non avere scelta. L'interesse ad agevolare la vita dei bambini e delle loro famiglie è largamente condiviso perché risponde a bisogni reali, ha un evidente effetto di pacificazione sociale. Accanto alla realizzazione di strutture per l' infanzia qualitativamente valide, per cavalcare il malcontento appare necessario pensare alla realizzazione di un Sistema Integrato di Servizi all'infanzia ed alle famiglie entro cui si articolino opportunità diverse -pubbliche e private- nel rispetto delle diversità di bisogni, di interessi e di opzioni culturali delle famiglie e dei bambini, delle bambine. Per questo, si coglie sempre più la necessità di scegliere per i propri figli spazi, tempi e relazioni di cura diversificati e flessibili che siano presenti in modo capillare sul territorio, e che promuovano la creazione di una rete amicale tra i nuclei familiari interessati. Le tipologie che hanno come modello il servizio domiciliare si collocano proprio in quest'ottica. Essi inoltre integrano la rete dei servizi per la prima infanzia presenti nella città, offrendo esperienze di incontro e socializzazione. Ciò presuppone che il Comune svolga ruolo non solo di erogatore di servizi ma soprattutto di promotore, facilitatore, garante. L’intento è proporre una sorta di prototipo di un intervento possibile, in cui il Comune si pone come interlocutore attivo tra bisogni delle famiglie e risorse umane e professionali del territorio: in questo caso le baby sitters. Le famiglie cercano baby sitters per i bambini attraverso canali assai diversi, affrontando singolarmente il delicato problema della competenza e dell’affidabilità delle persone che contattano, senza considerarlo come una istanza da proporre all’ente locale. Per orientarsi meglio nella dinamica occorre evidenziare un dato ricco di potenzialità che si pone all’attenzione: la domanda di collaborazione, di ricerca di baby sitters, viene spesso posta ai servizi pubblici e privati, alle educatrici dei nidi e agli insegnati, che nel vissuto collettivo sono percepiti come consulenti affidabili a cui far riferimento. Dato sensibile da non trascurare. L’ascolto degli operatori che lavorano quotidianamente nei servizi per l’infanzia, testimoni privilegiati che tastano il polso sia del gradimento che del disagio dell’offerta che l’ente pubblico propone, conduce a rilevare che la parola chiave è proprio la fiducia. Il nodo cruciale, il punto di criticità nella relazione con le baby sitters è propri quello della competenza professionale, della continuità, della affidabilità, del rispetto dei principi educativi. Generalmente la maggior parte delle persone che si occupa di bambini in ambito domiciliare (baby-sitter) lavora quasi sempre “in nero” e questo fenomeno ampiamente conosciuto e accettato ha indotto l’idea che questo sia un lavoro poco importante, che chiunque può svolgere, contrariamente alla diffusione delle conoscenze in campo pedagogico che sottolineano invece l’importanza dell’ambiente, delle relazioni, e delle attività proposte al bambino per un armonico sviluppo della sua personalità.In Francia, Danimarca, Finlandia, Belgio, Irlanda, Regno Unito, Germania, Austria, Norvegia, Lussemburgo e Portogallo i servizi di assistenza domiciliare all’infanzia sono la forma di custodia istituzionalizzata più usata. Solo in Italia, Grecia e Spagna questo tipo di servizio risulta ancora inusuale e senza una specifica normativa. Ha origini culturali radicate specie nel Nord Europa. Anche se all'inizio non era pensato come servizio strutturale, ma come modalità sociale, un'esperienza, una realtà culturale attorno alla quella girava la famiglia (laTagesmutter in Germania, la Mama de Jour in Francia, la mamma di latte in Italia). La risposta adeguata diventa quella di garantire efficienza, efficacia e affidabilità rendendo trasparente e dignitoso il lavoro educativo di molte donne, trasformandolo in una vera e propria professione, con maggiori garanzie sia per l’utente che per la lavoratrice. Da quanto esposto emerge la necessità di dare risposta a.:


· la crescente richiesta di flessibilità e capillarità dei servizi alla prima infanzia;
· la carenza di posti al nido legata anche ai costi e ai tempi elevati di realizzazione di nuove strutture;
· la conciliazione dei tempi lavorativi e dei tempi familiari;
· la promozione del lavoro femminile;
· l’emersione del lavoro nero delle baby-sitter, con conseguente maggiore garanzia e qualità dell’assistenza all’infanzia;
· la creazione di una rete tra famiglie che permette il sostegno della maternità e il diffondersi di buone prassi educative.
Motivazioni del Progetto
Sulla base di quanto evidenziato, si definisce la finalità generale di:
Istituire un Registro/Albo di Baby Sitters selezionate per offrire un aiuto esterno qualificato ed affidabile per la cura dei figli.
Obiettivi:
· Dare risposta, attraverso la possibilità di accedere ad un elenco di persone selezionate, formate e qualificate, ai bisogni di cura e accudimento dei figli che non possono trovare accoglienza presso i servizi educativi e gli spazi di gioco tradizionali o innovativi esistenti sia nel pubblico che nel privato;
· sostenere le famiglie e in particolare le donne lavoratrici nella conciliazione dei doveri genitoriali di cura e crescita dei figli con il diritto al lavoro e alla partecipazione alla vita sociale;
· sostenere il formarsi di un circuito di servizi socio-educativi differenziati nella loro tipologia ma garantiti nella qualità da parte del pubblico attraverso una formazione e una supervisione permanente dei soggetti coinvolti;
· implementare l’occupazione attraverso la regolarizzazione di un lavoro di cura, largamente diffuso nella città, di cui viene spesso sottovalutata e disconosciuta la professionalità;
· promuovere prime esperienze di imprenditività da parte di giovani.


Benefici specifici per:
I genitori: Offre un servizio flessibile nelle modalità, nelle articolazioni, negli orari e la possibilità di ricercare e selezionare persone la cui qualificazione è attestata dall’Ente. Le famiglie si avvalgono di un intervento massimamente personalizzato, tempestivo, qualificato, certo. L'elemento della certezza del servizio rappresenta un valore aggiunto importante rispetto ad una situazione precedentemente connotata dalla precarietà
I bambini: Offre ai bambini la possibilità di sperimentare percorsi di socializzazione e di cura. Consente ai bambini che non frequentano altri servizi di avere occasioni di avvalersi di un “tempo di qualità” e delle opportunità ludiche previste dal Progetto
Le baby sitter: Offre la possibilità alle persone interessate di essere inserite nel circuito lavorativo dei servizi per la prima infanzia, avvalendosi un corso di formazione gratuito. Crea un forte interscambio e collaborazione tra le risorse, private e pubbliche, presenti sul territorio.

Azioni

· Elaborazione del Progetto di massima (il presente lavoro vuole essere una prima stesura da sottoporre alla cortese attenzione dell’Assessore Laura Marsilio);
· Organizzazione di un corso di formazione per baby sitters attraverso il reclutamento di personale docente interno all’ Amministrazione ;
· Eventuale coinvolgimento di soggetti del terzo settore interessati; ( Università ecc.)
· Bando pubblico per la selezione di baby sitters in possesso di specifici requisiti;
· Avvio della procedura di valutazione della idoneità degli/delle aspiranti alla formazione;
· Organizzazione e attivazione della formazione per baby sitters tramite un training che prevede sia un percorso in aula che un tirocinio pratico presso le strutture pubbliche, con tutoraggio da parte di un insegnante comunale. (Il vantaggio è doppio, è sia formativo per i soggetti coinvolti che promozionale per i servizi educativi);
· Valutazione dell’esito della formazione,
· Istituzione del Registro/Albo delle baby sitter al quale si accede dopo la valutazione delle competenze e delle abilità raggiunte al termine della formazione;
· Presentazione pubblica del Progetto;
· Pubblicizzazione tramite dépliant da distribuire prevalentemente presso le sedi dei servizi educativi, sito web, spot televisivi, stampa, informazione dettagliata presso gli Uffici Urp dei Municipi, coinvolgimento del servizio 060606;
· Incontri periodici ricognitivi con le aspiranti baby sitters, mettendo a loro disposizione anche professionalità altamente specializzate (sociologo, psicologo, pedagogista, pediatra, coordinatrici) e intervenendo nel contempo a supporto della motivazione con conseguente ricaduta positiva sulla qualità del servizio;
· Monitoraggio del servizio e verifiche di gradimento presso gli utenti attraverso indagini di customer satisfaction

Governance:
Il progetto propone il ruolo di GOVERNO assegnato ai Comuni dal nuovo modello di Welfare, in particolare attraverso le seguenti azioni:
· rilevazione dei bisogni e condivisione dei bisogni rilevati
· sostegno alla progettualità e alla imprenditorialità privata
· messa a disposizione di uno spazio pubblico per l'attuazione di una parte del progetto
· informazione ai cittadini
· messa a disposizione delle competenze presenti nei servizi comunali per l'infanzia
· contenimento dei costi e tutela dei lavoratori
· supervisione dei risultati

Ricadute interne:
1. Rispetto all'obiettivo strategico di potenziare e differenziare i servizi per l’infanzia, consente un ampliamento della risposta a costi molto contenuti per l'Amministrazione.
2. Rappresenta una importante messa a valore del Know how interno all’Amministrazione. Favorisce una circolazione virtuosa del patrimonio di saperi e di esperienze accumulato negli anni dal Comune nella gestione dei nidi e delle scuole comunali dell'infanzia. Rafforza il senso di identità professionale, del valore della propria storia, del tipo di lavoro svolto e dell'appartenenza all'Ente, della responsabilità verso la comunità cittadina nella sua interezza.

Risultati attesi
Indicatori quantitativi:
· N. richieste annue di intervento domiciliare ;
· N. medio giornaliero interventi;
· N. operatori occupati;
· N. operatori assicurati;
· N. operatori con rapporto di lavoro stabile.
Indicatori qualitativi:
· Esito (sufficiente, medio, alto) corso di formazione professionale di base;
· Esito (sufficiente, medio, alto) partecipazione tirocinio presso i servizi comunali per l'infanzia;
· Livello di gradimento da parte degli utenti (insufficiente, sufficiente, medio, alto) sulle modalità professionali degli operatori;
· Livello di gradimento da parte degli utenti (insufficiente, sufficiente, medio, alto) sul costo dell'intervento;
· Livello di gradimento da parte degli utenti (insufficiente, sufficiente, medio, alto) sulla tempestività dell'intervento;
· Livello di gradimento da parte degli utenti (insufficiente, sufficiente, medio, alto) sulla flessibilità dell'intervento

Gli strumenti: la selezione e la formazione.
Il ruolo del/della baby sitter, figura cerniera tra reti formali e reti informali, è chiamato a svolgere un’attività complessa che non può essere improvvisata. Questa figura, entrando in contatto con delicati equilibri relazionali ed emotivi si caratterizza, oltre che per le risposte a i bisogni primari dei bambini, come organizzatore del contesto e come mediatore delle relazioni dei bambini con il contesto (spazio, oggetti, adulti, altri bamibi). Competenze che oltre a non poter essere improvvisate presuppongono un livello molto alto di motivazione e una predisposizione


attitudinale. Si tratta di mettere a fuoco non figure professionali in senso stretto, ma figure adulte che, con attenzione “professionale”, in collaborazione con le famiglie, garantiscano ai bambini cura,
educazione e benessere. E’ da considerare che la figura di baby sitter non è la riduzione in scala dell’educatrice o dell’insegnante che opera nei servizi educativi essendo il setting lavorativo assai diverso. Tuttavia, data la delicatezza della funzione esercitata, il percorso formativo non può essere aperto a chiunque. Appare importante individuare un sistema di filtro attraverso una selezione mirata volta ad indagare:
· le esperienze personali e professionali,
· le esperienze educative;
· le aspettative la disponibilità e le proposte nei confronti del percorso formativo e dell’attività di baby sitter.
La valutazione si concentra su:
· affidabilità personale come correttezza, puntualità, attendibilità professionale;
· autonomia ed autostima;
· capacità di entrare in relazione e di comunicare in maniera efficace e contestuale;
· atteggiamento di ascolto nell’interazione con i bambini e i genitori per costruire un coorientamento alle esigenze evolutive dei bambini,
· capacità di elaborazione e flessibilità e di messa a punto di strategie educative in situazioni variabili,
· capacità di gestire il rapporto con il cliente.

Tali skills, dovrebbero essere ricercati e indagati attraverso test attitudinali. Proponiamo che la selezione venga condotta da psicologi, sociologi e pedagogisti del Comune di Roma. Criterio questo che, oltre a delinearsi come modalità operativa che punta all’economicità, evitando gare pubbliche con conseguenziale aumento dei costi, promuove la professionalità delle risorse interne del Comune di Roma. Adottare per la selezione le tecniche più avanzate di reclutamento delle risorse umane, contribuisce a dare una immagine dell’Amministrazione più rispondente ai criteri di trasparenza e scientificità. Tuttavia, qualora in tal senso sussistessero difficoltà, si può optare per il colloquio.


Requisiti per l’accesso alla selezione:
La domanda di ammissione al percorso formativo è aperto alle persone maggiorenni che non abbiano riportato condanne penali e che presentino un curriculum. dettagliato.

Il percorso formativo
La finalità generale è la sensibilizzazione sui temi dell’educazione, dell’infanzia e della famiglia.
Si individuano, a grandi linee, le seguenti aree tematiche:
Area comunicazione
Area sociopsicopedagogica
Area igienico – sanitaria
Area legislativa.
Tirocinio presso i servizi educativi

Mi rendo disponibile, qualora l’impostazione del progetto risultasse in sintonia con i principi guida dell’Assessore Laura Marsilio, a continuare il lavoro iniziato affrontando in maniera dettagliata gli argomenti e le modalità di realizzazione dei moduli formativi, a delineare un cronoprogramma e a definire l’aspetto costi, che è uno dei punti di forza del progetto. Puntare sulle risorse interne del Comune di Roma ha la doppia valenza di economicità e di valorizzazione del capitale intellettuale interno all’Amministrazione e si snoda come un rilancio dell’immagine del dipendente capitolino.