Friday, May 06, 2005

La comunitazione educativa

Comunicazione, comunità e azione nella città che apprende e apre cantieri educativi in rete.


“ Di una città non godi
le sette o settantasette meraviglie,
ma la risposta che dà ad una tua domanda”

Calvino,Le città invisibili, Einaudi, pag44


La famiglia e i servizi educativi nella città ipertestuale

La metropoli contemporanea ha perso la sua forma archetipa di testo, si è trasformata in un “ipertesto” che non ha più una trama interpretativa predominante ma una molteplicità di tracciati di lettura. Ormai sembra essere desueto parlare di cultura, si propende per la voce multicultura, multi etnia. Le città in movimento si costruiscono, si restaurano, si rinnovano. La profezia di McLuhan si è avverata e i servizi educativi(personalmente mi occupo di asili nido) si trovano davanti all’espressione di un bisogno crescente che è quello di trovare gli strumenti che permettano agli utenti da un lato e agli operatori dall’altro di orientarsi nella mole di informazioni prodotte. L’insistenza sul tema della documentazione e della produzione di conoscenze è un elemento che sta caratterizzando sempre di più lo sviluppo della nostra società dal settore tecnologico a quello sociale. Genitori disorientati dai troppi stimoli che ricevono si presentano alle strutture educative con l’esigenza di essere accompagnati come Arianna nel labirinto, rassicurati e in parte guidati nel loro essere padri e madri. Cercano un filo, un legame, che in parte li liberi dai nodi, dai grovigli interpretativi. Non sono più solo utenti di un servizio di cura e/o educativo per i loro figli, spesso cercano risposte alle loro difficoltà. I servizi educativi registrano una forte domanda di genitorialità consapevole. Come diceva Calvino, di una città godi la risposta che dà ad una tua domanda”(Calvino,Le città invisibili, Einaudi, pag44). Infatti, la caratteristica preponderante della città non è solo quella di essere uno spazio densamente costruito, ma è quella di essere teatro per eccellenza delle relazioni umane, nel senso che unisce in un’unica scenografia tante realtà, tanti eventi di natura e provenienza diverse, rappresentanti o rappresentate da individui che in questa dinamica possono avere parte attiva o passiva. Possono fare domande e ottenere risposte da semplici fruitori a collaboratori attivi. Possono accettare stoicamente o reclamare competenza. Da non trascurare che un genitore consapevole e competente fa parte del capitale sociale. La relazione servizi educativi-famiglia viene indicata in genere con il termine “partecipazione”, anche se sotto questo unico termine si fanno rientrare teorie, esperienze e progetti anche molto diversi. La partecipazione si fonda sull’idea che la cultura o meglio, le culture, sono prodotti sociali in continua evoluzione, che ogni soggetto è portatore di un sapere parziale e sono importanti e rilevanti i punti di vista di tutti in dialogo dentro una cornice di valori condivisi. Queste sono idee fondanti la partecipazione ma anche l’idea stessa di democrazia. E’la partecipazione che apre il dialogo tra differenti, la costruzione comune, la comunicazione come valore. Partecipare è un verbo che si può coniugare sia al singolare che al plurale. Ognuno può partecipare come soggetto singolo, che singolarmente porta il suo contributo e singolarmente raccoglie informazioni e contributi dagli altri. La partecipazione individuale , trova un senso diverso se un servizio educativo si propone come comunità-in relazione alla comunità più ampia che è la città-e con una progettualità più larga. Fondamentale è il concetto di Ricerca-Azione Partecipata, basato sul principio che la gente comune è capace di comprendere e trasformare la propria realtà producendo conoscenza attraverso i metodi tradizionali della ricerca scientifica ed altri metodi alternativi. Investire in educazione, ricerca e compartecipazione educativa significa privilegiare l’etica dello “scambio”.”Scambio” ha dentro di sé l’etimo di “cambiamento”; non solo impegna a ripensare la propria esperienza per proporla ad altri e a predisporsi all’ascolto delle esperienze altrui, ma facilita la costruzione di una nuova cultura, assieme. Ascoltare per progettare in modo sempre più corretto gli interventi di politiche familiari e per monitorare le ricadute ed il riscontro delle capacità di trasformazione della qualità della vita. Il coinvolgimento del cittadino comprende una vasta gamma di relazioni tra coloro che forniscono servizi educativi e coloro che li ricevono: relazioni che vanno dalla semplice informazione fornita attraverso consultazioni, questionari di soddisfazione dell'utenza, fino ad un livello più alto che mira a coinvolgere i cittadini nei processi decisionali. Oggi il web costituisce uno degli strumenti principali nel cammino di avvicinamento fra istituzioni e cittadinanza. L’utilizzo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi pubblici, dalla seconda metà degli anni Novanta ha rappresentato un supporto importante per il miglioramento del rapporto fra Stato e cittadinanza. Le politiche di e-government stanno cominciando a dare i frutti soprattutto per quanto riguarda la ristrutturazione dei processi organizzativi, ma anche perché indicano una strada utile ad accrescere la familiarità dei cittadini verso Pc e internet. L’ e-democracy è il punto di arrivo del percorso che dalle azioni di e-government e si propone di costruire una più ampia e-governance con l’obiettivo di migliorare la qualità della convivenza comune passando attraverso l’infittirsi dei rapporti tra i soggetti attivi sul territorio e offrendo occasioni di crescita non solo tecnologica, ma anche culturale. L’utilizzo delle nuove tecnologie della conoscenza e dell’informazione non è affare di pochi tecnici, ma di noi tutti nel loro rappresentare una straordinaria modalità di accesso e condivisione della conoscenza e dei saperi del mondo. Si tratta di un processo partecipato che si realizza attraverso una continua e buona comunicazione: interna alle organizzazioni coinvolte, con gli attori coinvolgibili e tra questi i cittadini. E' necessario informare e formare anche al fine di sostenere il processo di costruzione di opinioni sull’educazione. La sfida dell’adozione dell’ICT riguarda nel caso dell’e-democracy, come per l’e-government, soprattutto le culture organizzative, anche se esperienze di decision making collaborativi attraverso la rete, si stanno sollecitando e diffondendo in molti paesi. La logica che ha guidato e guida "l'erogazione di servizi" deve essere integrata ad una logica più nuova di promozione delle risorse che sappia trasformare i cittadini da semplici fruitori a protagonisti attivi di risposte. "Promozione" significa infatti valorizzazione delle risorse positive esistenti nella famiglia ed è legata ad un rinnovamento nel modo di pensare alle politiche sociali: il modello centrato sui servizi e sull'offerta deve sempre più integrarsi con politiche innovative che rendano i cittadini protagonisti. Puntare sulla qualità del coinvolgimento capace di sollecitare un sentimento di appartenenza dando forma alle relazioni, ai raccordi, ai flussi comunicativi. tra i diversi soggetti interessati, significa puntare su un modello “circolare” di comunicazione, una comunicazione che “fa rete” rendendo così possibile un avvicinamento di esperienze , di linguaggi, di problematiche, di progetti. La rete crea comunità. Le communities on line tra gli utenti del sito di una PA locale offrono loro la possibilità di interagire con le istituzioni locali in maniera diversa, recuperare e sviluppare un senso di appartenenza e di fidelizzazione con il contesto territoriale e istituzionale. Chi sente di appartenere ad una comunità partecipa con maggiore entusiasmo alle iniziative proposte. Il coinvolgimento del pubblico non è in contrasto con le istituzioni rappresentative, ma piuttosto indica il percorso per la loro riqualificazione e il loro rafforzamento. Supera la dicotomia fra esperti e non esperti e costituisce un’occasione proficua di apprendimento reciproco (mutual learning). I rappresentanti.possono contestualizzare in forma meno astratta le soluzioni politiche e i cittadini possono acquisire consapevolezza e competenza nella sfera del policy- making. I cittadini sono riconosciuti e si auto-riconoscono come esperti della vita nella comunità locale, in grado di dialogare con gli altri attori pubblici e privati. Questa sfida crea le condizioni per far crescere il senso civico e trasformare anche le proteste in elementi di coprogettazione del cambiamento. La divulgazione delle esperienze e delle riflessioni che continuamente nascono nel lavoro educativo ad opera delle famiglie, degli educatori e degli esperti, attraverso la rete telematica favorisce l’immagine di una amministrazione che scende dal piedistallo per diventare “figura scaffold” che “incontra e sostiene” con il beneficio derivante dell’instaurazione di un rapporto di fiducia con l’utenza. E’ “una rete che fa rete” favorendo inoltre la collaborazione con enti, associazioni, università. Un altro beneficio non trascurabile è la valorizzazione del capitale intellettuale interno all’amministrazione attraverso la formazione e riqualificazione del personale. Il capitale intellettuale è la nuova misura della ricchezza effettiva delle organizzazioni.. E’ costituito dalle idee, dalla capacità innovativa che le risorse umane riescono ad esprimere e dalla qualità dei processi con cui si sviluppano. Il capitale intellettuale si accumula e si sviluppa in inediti depositi di intelligenza attraverso nuove modalità di comunicazione, che possono trovare nella via telematica una significativa accelerazione. Il capitale intellettuale è visibile nella quantità e nella qualità delle relazioni che l’organizzazione ha con i propri utenti e con il proprio mercato. E’ visibile, per dirla con Loris Malaguzzi, nella capacità di “pensare ad azioni destinate a trasformare situazioni esistenti in situazioni desiderate.”