Monday, March 17, 2008

Dialogue forum on Internet rights


L’ Italia e Roma coniugano il Foro Romano al Forum Multimediale e la scelta della sede non è casuale. Nell’antica Roma come nella Roma del terzo millennio è la volontà di favorire il dialogo in ogni forma, anche quella virtuale, e di non ignorare l’aspetto “nobile e alto dello scambio e del costruire e del dare“ (Veltroni) che apre le porte all’Internet Governance Forum. 53 delegazioni intervenute in rappresentanza di 73 Stati. Questi i numeri che testimoniano il successo della conferenza internazionale sui diritti di internet che si è tenuta a Roma il 27 settembre 2007. Un incontro che si pone come il terzo atto di un percorso partito con un piccolo seminario sulla necessità di una Carta dei diritti della rete, proposto e gestito interamente dalla delegazione Italiana (in particolare da Fiorello Cortina e Stefano Rodotà – Università degli Studi di Roma - La Sapienza) al Summit mondiale sulla Società dell'Informazione a Tunisi nel 2005, proseguito ad Atene nel corso dell'Internet Governance Forum dell'ottobre 2006, durante il quale il tema della Bill of Right di Internet è divenuto argomento portante di uno dei 30 workshop ufficiali e che dovrebbe proseguire, dopo Roma, con l'Internet Governance Forum di Rio de Janeiro dal 12 al 15 novembre. Un incontro importante, dunque, non solo per il tema, ma soprattutto in quanto testimonianza concreta della capacità del nostro Paese di spostare l'attenzione del dibattito sulla governance di internet da una questione di tecnologie ad una questione di Diritti.
La Conferenza ha dato seguito alla proposta che il Governo italiano ha avanzato al primo IGF lo scorso anno ad Atene: riunire rappresentanti del Governo, società civile, settore privato, accademia e comunità tecniche internazionali, ossia tutti gli stakeholder della Rete, per trovare le risposte a una serie di domande, che non attengono soltanto alla libertà di Internet, ma, nella società della conoscenza, hanno a che fare con lo sviluppo economico dei Paesi e, soprattutto con la tutela della democrazia per la nuova cittadinanza digitale e globale.
E’ l’ars associandi il vero fondamento della pienezza democratica e la Rete è “specchio e cartina di tornasole” del grado di democrazia di un paese nelle prime parole di Veltroni che apre il summit salutando un pubblico internazionale. Sono le relazioni che fanno comunità di interessi, di impresa, di territorio, di solidarietà, di reti sociali ecc. Nella società dell’informazione, dove è la conoscenza a fare le carte, Internet è un bene comune come l’acqua, la luce e il gas e fenomeni quali il giornalismo dal basso, le esperienze Wiki, sono un bene da coltivare. Ci ricordano che non ci sono “acque territoriali” nella rete e che sono necessari dei concetti nuovi per pensare ai mutamenti in atto sul piano della partecipazione politica a seguito della diffusione delle nuove tecnologie. E’ necessario abbandonare ”scenari invecchiati”. Sono maturi i tempi di un “Welfare.2”. La democrazia decolla verso un “punto due”, quello della democrazia elettronica. Quale scenario per le pubbliche amministrazioni? E’ la domanda che si pone il Ministro Nicolais.
Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione stanno apportando all’azione delle PPAA elementi di assoluta novità anche sul piano giuridico. Il modello teorico dello Stato di diritto, sotto la spinta multidimensionale delle ICT affronta nuove sfide, e l’impegno diventa quello di individuare nuovi modelli sostenibili, inclusivi e realmente efficaci per il riconoscimento dei diritti fondamentali dei cittadini.
Il diritto pubblico, anche sul piano istituzionale, può rappresentare la via per bilanciare i rischi di un programma tecnologico non sostenibile. Nicolais si sofferma sulla tutela dei minori.(aspetto interessante ai fini del lavoro che il nostro dipartimento propone).
In questo scenario la scelta è quella di mettere il cittadino al centro non più visto come punto finale di un processo. Il tentativo sarà quello di utilizzare la tecnologia in modo che essa stessa si adatti alle persone, e non viceversa, fino a scomparire, al limite, perché è divenuta veramente familiare. In tal senso si opererà per offrire servizi di alta qualità che sfruttino al meglio le piattaforme operative e tecnologiche in fase di costituzione. Il Welfare.1, muovendosi verso il Welfare.2 spinge a cogliere le caratteristiche delle forme della comunicazione pubblica attraverso la rete, evidenziandone potenzialità e limiti. Accanto all’esigenza di riconoscere la libertà di espressione, di circolazione e fruizione dei contenuti di una rete che è divenuta sempre più capace di “creare dal basso”, a partire cioè dalle capacità e potenzialità degli stessi utenti, occorre tener conto delle esigenze di protezione dei dati personali, tutela dei diritti dei minori, salvaguardia delle categorie vulnerabili, rispetto della diversità culturale. Spicca la proposta di avanzare verso una “Carta dei diritti di Internet” . E’ una proposta che l’Italia caldeggia –assieme a molti altri governi ed attori della società civile - poichè rappresenta il tentativo di fissare in modo ampio e democratico i principi di riferimento ad un codice di condotta condiviso per lo sviluppo di Internet. L’assenza di regole non è sinonimo di libertà, afferma la senatrice Beatrice Magnolfi, anzi spesso e l’affermazione del più forte a scapito del più debole, pensiamo a chi, come i pedofili, utilizza Internet come strumento di inganno e sopraffazione nei confronti dei minori. Il futuro della globalizzazione si gioca nella Rete ma non è vero che Internet è di tutti: dobbiamo lavorare affinché lo diventi.

Spunti di riflessione ed ipotesi di lavoro
“Famiglia al centro” e “Internet sicuro” sono due slogan portanti delle direttive politiche del Governo e delle comunità internazionali. Concentrano l’ipotesi di una serie di interventi a favore della “famiglia” e della “conoscenza”. Le Politiche di Promozione della Famiglia, sull’onda dell’approccio proposto nella giornata possono muoversi verso un “Family Governance Forum”. Lo slogan non vuole essere la fotocopia dell’ IGF, ma ha uno scopo affiliativo, che ricalca l’onda proposta ma che svilupperà un proprio logo, un proprio programma ecc. Chissà se la direzione ritiene opportuno che continui ad indagare sul tema (governance-famiglia-conoscenza e possibili sviluppi sia sul territorio che in ambito virtuale) !!!