Wednesday, September 20, 2006

La metafora della rete continua sociologando al Comune di Roma

Datemi una rete e solleverò il mondo! E' un'esclamazione che mi convinge e mi intriga sempre più e così, nel mio blog "comunitando", anche se al Comune di Roma non svolgo il ruolo di sociologo, provo a buttar giù quattro pensieri entusiasti per il mio Dipartimento che si occupa di Promozione della Famiglia. Andrò sociologando da viandante che suona una sua nota e la propone. Udite , udite, udite questo mio peregrinar...

"Il DIP XVI - Politiche di Promozione della Famiglia e dell'Infanzia - nell’intento di conoscere per governare, guarda ai nuovi volti della città e della famiglia e all’evoluzione del welfare, prendendo le mosse dalla prospettiva relazionale. L’approccio sistemico-relazionale, che valorizza l’apporto di tutti i soggetti coinvolti a diverso titolo nella produzione del benessere (welfare), induce a promuovere anziché depotenziare la famiglia come centro nevralgico delle rete sociale, per ricostruire la società civile. L’intento è quello di “mettere in circolo”, attraverso la via familiare, una politica promozionale dell’intero benessere e ben-essere della città. L’evoluzione del welfare, che da welfare state si dirige verso la welfare community care propone la centralità della famiglia nelle dinamiche sociali, culturali, economiche. Il volto della famiglia muta la sua espressione con grande rapidità rispetto all'immagine che ancora domina la nostra cultura e la nostra formazione. Si sono moltiplicate le famiglie monogenitoriali, le coppie omosessuali, i divorziati, le convivenze di fatto, le coppie senza figli, i nuovi figli delle seconde unioni, i figli unici, i figli adottati, ecc. Molta acqua è passata sotto il nostro Tevere da quando scriveva il Time nel 1973:”la famiglia è il più grande capolavoro nella storia dell’Italia”. Schiere di sociologi americani sottoponevano alla lente di ingrandimento quel “gruppo primario” che faceva dell’Italia il bel paese. Oggi, muore un anziano e si scopre la sua morte dopo quindici giorni, i media informano della costituzione di partiti dei pedofili e sul cruscotto dei ricercatori si individua un led rosso che invita a riflettere. Economisti e politologi puntano il riflettore sulla preoccupazione sempre più emergente dell’impoverimento nella società di “capitale sociale”, cioè di tutte quelle relazioni basate sulla fiducia, sulla reciprocità, sulla cooperazione nella costruzione di reti di relazioni comuni. Il Capitale Sociale è una “risorsa” (capitale) delle “relazioni” (sociale). E’ nella famiglia che si genera il capitale sociale “primario”, si impara la fiducia, la solidarietà, la cooperazione. E’ nella famiglia che l’individuo diventa persona e una città a misura di persona, non può non puntare come obiettivo primario all’empowerment della famiglia: la famiglia come capitale sociale.
A questo scenario in convulsa modificazione, si aggiunge la migrazione dai paesi poveri, di genti che, con le proprie storie e la propria cultura, vengono catapultati nella nostra città, dove trovano genti le cui storie e culture sono diverse e non sempre benevolmente disposte all’accoglienza. La città chiede, con la varietà delle sue componenti etniche, culturali e religiose, tempi e spazi , umani e culturali , nel quale custodire con cura e coltivare con intelligenza politica l’accoglienza reciproca e il rispetto delle diversità in un disegno fatto di solidarietà e di armonia. Queste trasformazioni, se si formeranno competenze in grado di interpretarle, gestirle puntando sull’aspetto promozionale, possono anche rilanciare l’economia, rivitalizzare la società che invecchia e modificare i problemi in risorsa. Partendo da queste considerazioni, il DIP XVI si propone di:

1) valorizzare la famiglia come protagonista originaria e come risorsa inprenscindibile del welfare
2) implementare una logica di sussidarietà verticale e orizzontale
3) sostenere anche attraverso spazi studiati ad hoc (DOMUS) la Partecipazione delle famiglie e del terzo settore alla vita politica
4) costruire una “rete” di relazioni affidabili, ovvero di capitale sociale, facendo leva a questo proposito anche sul supporto delle nuove tecnologie.

Muovendosi nell’ottica della ricerca-intervento, in linea con lo slogan che corre fra i ricercatori europei: “If you can’t measure it, you can’t manage it”, Il DIP XVI intende dotarsi di uno strumento operativo privilegiato: l’Osservatorio. La costituzione dell’Osservatorio risponde all’esigenza di osservare per progettare in modo sempre più corretto gli interventi di politiche familiari e per monitorare le ricadute ed il riscontro delle capacità di trasformazione della qualità della vita. L’Ascolto della Famiglia-Roma diventa attraverso l’Osservatorio una funzione permanente, pianificata, organizzata e governata.
l’Osservatorio vuole essere uno strumento aperto, in grado di fornire dati a tutti coloro che operano nel sociale ed allo stesso tempo di ricevere dati ed informazioni. L’Osservatorio rappresenta il nucleo informativo che attraversa tutte le attività del Dipartimento XVI con la finalità di:

1)Progettare e svolgere periodiche rilevazioni secondo un monitoraggio degli indicatori socio-demografici, avvalendosi della collaborazione dell’Ufficio Statistica del Comune di Roma;
2)Diffondere i risultati delle rilevazioni e predisporre interventi di miglioramento dei servizi in relazione ai bisogni e alle valutazioni emerse dalle rilevazioni. I luoghi preposti alla diffusione di detti dati possono essere individuati presso gli URP, i COL, le Biblioteche Comunali, gli Sportelli della Famiglia presenti sul territorio cittadino;
3)Promuovere la cultura della misurazione e del miglioramento continuo della qualità;
4) Formare le competenze professionali necessarie per progettare e gestire le indagini. A tale proposito si prevede collaborazione con L’Università;
5)Organizzare un centro di documentazione che diventi incubatore- diffusore delle ricerche e delle best practice.

Questa circolazione virtuosa è poi indispensabile per costituire una rete tra i servizi che garantisca una gestione efficace di interventi rispondenti alle situazioni reali della comunità o dei soggetti interessati.
A tale scopo La Rete degli Sportelli della Famiglia, si propone:

1) rappresentare un insieme ufficiale ed aggiornato del patrimonio informativo di ciascun sportello aderente;
2) avviare l'interscambio di dati informativi fra le amministrazioni municipali, nonché esperienze, metodologie, favorendo allo stesso tempo una migliore conoscenza, anche a fini statistici e di programmazione, dei fenomeni in atto nel territorio;
3) favorire il consapevole utilizzo, da parte degli uffici pubblici, delle opportunità offerte dalle reti telematiche e dalle tecnologie dell'informazione;
4) favorire la comunicazione famiglia-amministrazione attraverso la partecipazione della collettività all'attività delle Pubbliche Amministrazioni e la crescita di nuove modalità di comunicazione nel contesto sociale".

... A questo punto le riflessioni sono infinite, ma le direttive politiche impongono di progettare una DOMUS. Proviamo ad immaginarla...

"La Domus intende rappresentare un continuum dello Sportello della Famiglia. La metafora dello Sportello, che vede l’Amministrazione abbandonare la torre d’avorio chiusa e impenetrabile dell’autoreferenzialità per aprire una finestra di ascolto e di risposta per i cittadini, continua nella Domus che apre le porte attraverso un luogo fisico all’incontro città-amministrazione in un’ottica di comunicazione circolare. L’adozione di un modello di comunicazione circolare vede l’azione politica non solo come la predisposizione di interventi mirati per la famiglia perché la ridurrebbe ancora una volta “passiva”, ma promuove una politica con la famiglia, in modo da ottimizzare risorse, soddisfare i bisogni veri delle famiglie e promuovere la loro responsabilizzazione e il loro protagonismo. Continuando la metafora, la Domus visualizza dal tetto con gli occhi dell’Osservatorio la galassia-famiglia, accoglie in uno spazio fisico chi bussa agli Sportelli per essere formato e non solo in-formato e predispone in apposite “stanze tematiche” il lavoro degli esperti che lavorano in un’ottica di comunità educante. La Domus (centro per la promozione della famiglia) è un “luogo”, un punto di riferimento che informa, forma, ascolta le famiglie in ambito relazionale, organizzativo, educativo, sociale. E’ un luogo pensato per promuovere il benessere e il ben-essere delle famiglie attraverso i seguenti “spazi per crescere insieme” :

1) SPAZIO INFORMAZIONE - offre informazioni su tutte le iniziative ed i servizi che si rivolgono alle famiglie e ai bambini
2) SPAZIO FORMAZIONE - offre cicli di incontri tematici su aspetti importanti relativi alla genitorialità e allo sviluppo in età evolutiva e corsi di formazione su i momenti salienti del ciclo di vita (corsi prematrimoniali, preparazione alla nascita…)
3) SPAZIO CONSULENZA – Giuridica - Sostegno alla Genitorialità - Mediazione familiare
4) SPAZIO DEL GARANTE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA – art. 3 della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia
5) SPAZIO RETE DELLE FAMIGLIE - è uno spazio di condivisione e sostegno sia sotto forma di confronto e incoraggiamento reciproco, che da un punto di vista più strettamente operativo. La rete diviene così una risorsa di solidarietà aperta a tutte le famiglie italiane e straniere.
6) SPAZIO GIOCO INSIEME - spazio dedicato al gioco insieme a genitori, bambini e nonni.
7) SPAZIO PER LE ARTI – SPAZIO PER SERVIZI VARI "

Continua...Ma il mio pezzo forte, la mia passione, la mia passione, la mia passione è...la rete-rete-rete...



La prospettiva relazionale, che si muove in direzione del CRM (customer relationship management) sfida le amministrazioni a realizzare luoghi, iniziative, professioni, finalizzate ad attivare processi di confronto, di relazione e di scambio fra le istituzioni e i cittadini. Il progetto Domus intende rispondere a questa sfida costruendo luoghi dove sono valorizzati il ruolo e le potenzialità della comunicazione, di dare impulso, trasparenza, comprensione e condivisione alla stessa azione amministrativa. La Domus vuole diventare il luogo dove si visualizza, si materializza e prende forma l’importanza della comunicazione per la P.A., intesa come servizio che scaturisce dalla dimensione dialogica e relazionale dei processi comunicativi. Nel momento in cui la relazione con il cittadino, viene riconosciuta come componente essenziale per il buon funzionamento della pubblica amministrazione, la comunicazione stessa si fa strumento per raccogliere informazioni dal contesto, attivare le risposte adeguate e costruire un rapporto di fiducia, di fidelizzazione fra amministrazione e cittadini. Evocando l’immagine di casa, la Domus oltrepassa le suggestioni dell’agorà, che ricorda lo slancio e il lancio di nuovi fermenti culturali, ma non recupera la dimensione di intimità. La Domus, con i suoi spazi-consulenza, diventa il luogo della familiarizzazione, espressa sia in termini architettonici che simbolici. Se il focolare era il punto fisico attorno al quale ci si raccoglieva fino a qualche decennio fa, il p.c, soprattutto per la fascia dei giovani e dei giovanissimi, rappresenta il punto di raccolta per eccellenza, il punto della riunione intorno al fuoco delle idee ma anche delle inquietudini della casa di oggi. Le community nascono in rete e, nell’intento di “ far rete” con il cittadino (citizen relationship management) attraverso un focolare virtuale, il DIP XVI, promuove il progetto E-DOMUS".

A questo punto arriva il "mio progetto". Se il direttore lo approva posso sognare di occuparmene e allora...andrò spedita nello spirito del mio blog ...comunitando.



E-DOMUS: @ROMA DI FAMIGLIA.
Lo slogan gioca su due fronti: da un lato punta sulla Roma-innovativa-dicitale, dall’altro sull’aroma di casa, quindi sulla familiarizzazione, ovvero sull’aspetto prioritario intorno a cui ruota l’intero progetto.
La “società della conoscenza” esige la padronanza di un set completo di abilità. Non possederlo significa soffrire di un deficit di cittadinanza e essere esclusi dai possibili benefici che le tecnologie e internet offrono e offriranno sempre più al rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione. La socializzazione alle ICT avviene in casa, nella domus tecnologica secondo un processo inverso a quello della trasmissione di un sapere accumulato per generazioni: se la tradizione passa di padre in figlio, l’innovazione passa da figlio a padre, a madre, a nonni. Potenziando, rivisitando e rivitalizzando il sito istituzionale, si recupera il dialogo con i giovani e i giovanissimi e si favorisce il dialogo fra generazioni attraverso un “kit per l’e-democracy” che comprende una serie di strumenti che vanno dall’invio di news letter alla pubblicazione di sondaggi on line, alla consulenza on line, alla messa a punto di forum su argomenti specifici. L’intento è quello di superare il livello autoreferenziale del “sito vetrina” per dirigersi verso un modello di “sito interattivo” che promuova sia la comunicazione interna che esterna attraverso quattro step:

1)Formazione del personale interno che lavorerà nell’ottica della “comunità di pratica”;
2)Costruzione e sperimentazione di una “cassetta degli attrezzi della democrazia elettronica”;
3)Superamento del livello informativo attraverso la costituzione di una redazione web che lavora su quattro parole chiave: relazione, sondaggio, consulenza e dibattito. Il lavoro è in sinergia con l’Osservatorio;
3)Valorizazione dei “luoghi” di partecipazione virtuale, abilitati dalle nuove tecnologie, come opportunità di democrazia diretta e “governance” della città. "

continua...

Certo il Master in "Comunicazione Interattiva e di Rete", promosso dal Dipartimento della Funzione Pubblica, che mi ha motivato a pensare questo blog, mi ha dato numerose chiavi per riflettere e...io ci provo. E se queste mie intuizioni fossero efficaci!?!? Sociologando vò per passione...