Saturday, November 27, 2004

Master ed oltre

Comunità d’apprendimento vò cercando ch’è sì cara, come sa chi per lei…Master frequenta.
http://db.formez.it/ArchivioNews.nsf/9dc10a436c2f351ac1256c59002f8310/4c0839f4e869e4d0c1256f1c00370903?OpenDocument

Mi è caduto in testa“il cavaliere inesistente” di Italo Calvino, piombando a proposito da uno scaffale della libreria, mentre cercavo una definizione canonica di comunità dai miei testi di sociologia. Weber è per noi sociologi un pò come Freud è per gli psicologi, un padre autorevole a cui far riferimento per i concetti base della disciplina e così ritrovo che:

“una collettività può essere definita comunità quando i suoi membri agiscono guidati da un senso di appartenenza ad una identità socioculturale positivamente valutata e l’esperienza delle relazioni sociali che coinvolgono le persone diventano fattori operanti di solidarietà anche se non si esclude la presenza di conflitti.. Weber fa dipendere la differenza fra comunità e società, fra “accomunamento “ e “associazione” dalla disposizione d’animo del soggetto. Si ha comunità quando l’orientamento dell’agire sociale si fonda sull’appartenenza reciproca soggettivamente sentita dai membri, mentre si ha società ove esso riposi su interessi razionalmente motivati”.(Gallino)

Potremmo azzardare a dire che nella comunità quello che conta sono le affinità elettive o per dirla con Fromm, la dimensione dell’”essere”, mentre nella società quello che conta sono le potenzialità contrattuali che si esprimono nello scambio di “averi” siano essi beni o…titoli. Ma a me è caduto in testa “il cavaliere inesistente”, e non è un caso.

(apro un link letterario e provo a costruire un maldestro ipertesto avendo in mente un’idea precisa che voglio trasmettere).

“-E voi?-IL re era giunto di fronte a un cavaliere dall’armatura tutta bianca; solo una righina nera correva torno torno ai bordi; per il resto era candida, ben tenuta, senza un graffio, ben rifinita in ogni giunto…-E voi lì messo su così pulito…-disse Carlomagno…
-Io sono,- la voce giungeva metallica da dentro l’elmo chiuso, come se fosse non una gola ma la stessa lamiera dell’armatura a vibrare , e con lieve rimbombo d’eco,-Agilulfo Emo Bertrantino dei Guildinverni e degli Altri di Corbentraz e Sura, cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez!
–Ahh….e perché non alzate la celata e non mostrate il vostro viso?
Il cavaliere non fece nessun gesto; la sua destra inguantata dì una ferrea e ben connessa manopola si serrò più forte all’arcione, mentre l’altro braccio, che reggeva lo scudo, parve scosso come da un brivido. –Dico a voi, ehi, paladino!-insisté Carlomagno -.- Com’è che non mostrate la faccia al vostro re?
La voce uscì netta dal bardazzale.-Perché io non esisto, sire.…
Agilulfo parve ancora esitare un momento, poi con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L’elmo era vuoto. Nell’armatura bianca dall’iridescente cimiero non c’era dentro nessuno.”(pag11-12-Einaudi)

Certo essere un Condottiero della Buona Ordinanza dell’Alta, Media e Bassa Pianura Italica, ed Esploratore con 150 stellette da Master del World Wide Web è appetibile in società, ma se poi alzando l’elmo o il mouse che sia non cliccano le ciglia della competenza, che vuota tristezza! Ma a pagina19 incontriamo un giovane a cui Calvino non a caso non da nome:

-Oh cavaliere!-esclamò.-Non volevo interrompervi! E’ per la battaglia che vi esercitate? Perché ci sarà battaglia alle prime luci del mattino, è vero? Permettete che io faccia esercizio con voi?-E, dopo un silenzio:-Sono arrivato al campo ieri…vorrei che mi fosse detto come devo fare a trovarmi in battaglia…
-E’ semplicissimo, ragazzo,-disse Agilulfo- e anche nella sua voce c’era un certo calore, il calore di chi conoscendo a menadito i regolamenti e gli organici gode a dimostrare la propria competenza e anche a confondere l’interpretazione altrui,-devi fare domanda alla Sovrintendenza ai Duelli alle Macchie dell’Onore, specificando i motivi della tua richiesta, e sarà studiato come meglio metterti in condizione d’avere la soddisfazione voluta.
-Ma, cavaliere, non è delle sovrintendenze che mi preoccupo, voi mi comprendete, è perché mi chiedo se in battaglia il coraggio che mi sento…ditemi quando in battaglia è in ballo una questione assoluta per voi…
-Agilulfo risponde secco:-Mi attengo strettamente alle disposizioni. Fa anche tu così e non sbaglierai.
-Perdonatemi,-fece il ragazzo e se ne stava lì come intirizzito.-non volevo importunarvi. Mi sarebbe piaciuto fare qualche esercizio alla spada con voi, con un paladino! Perché sapete io nella scherma sono bravo, ma alle volte al mattino presto, i muscoli sono come intorpiditi,freddi,non scattano come vorrei. Succede anche a voi?
-A me no,- disse Agilulfo, e già voltava le spalle, se ne andava.

Le regole della società a quadretti, del mondo in bianco e nero di Pleasant Village piacciono ad Agilulfo che aspira al conforto del consueto, dell’ordinato, dell’archiviato. Ma sono l’addestramento, la sperimentazione, la ricerca, la sfida e la soluzione innovativa con uno spirito collaborativo le dinamiche d’elezione di una comunità d’apprendimento.
In una comunità di apprendimento se un giovane senza nome, un due di coppe come me porge la prima coppa di sé affinché l’Iri Management la riempia di saperi nuovi e con l’altra coppa di sé offre da bere conoscenza ad utenti, collaboratori o amici che sia, ha svolto la sua mission.. E’ per questo che io comunità vò cercando anche se sò che mi attende un cammino ripido e dovrò affrontare i cavalli recalcitranti delle mie emozioni parassite. Alcuni di noi dovranno contenersi da quell’ossessione di lucidare continuamente l’armatura, altri dovranno imparare a costruirsela per essere meno vulnerabili. Ma il lavorio di un buon Manager non è forse nell’ impegno di trovare la sintesi magica fra i punti di forza delle due dimensioni? Leggerezza e pesantezza, affermazione e seduzione, consolidamento e innovazione, come nel gioco dei sei litri un pieno e un vuoto al momento giusto? Come sono lontana da esperte regine di spada come Cristina, pronte a sguainare il fioretto per difendere una posizione o da uno sfavillante re di denari come Giuseppe che sa destreggiarsi fra pepite e oro zecchino! Quanta strada devo ancora compiere per imparare a destreggiarmi fra i mattoni e le giade della comunicazione! Grazie Nicoletta! http://www.ericksoninstitute.it/it/2/gruppo/nicoletta-gava/

Come dimenticare Franco Carlini e le sue parole di carta e di web?
http://www.einaudi.it/libri/libro/franco-carlini/parole-di-carta-e-di-web/978880616911
 
Come dimenticare Giacomo Mason?
http://www.intranetmanagement.it/
 
Qualche volta uso proprio delle griglie logore e inappropriate. Fortunatamente me ne rendo conto e il pomeriggio me ne vergogno, ma poi la mattina seguente mi ripresento con indomabile faccia tosta dimentica della mia goffaggine per attingere avida ancora conoscenza dai docenti. Quanto alto è allora il mio test di ascolto! Alcuni di loro , per continuare con la metafora, li vedo proprio come magistrali re e regine di coppe che sanno versare il sapere giusto al momento giusto. Prima o poi, per quanto possa essere doloroso per me, dovrò lasciare questa creativa comunità di Via Piemonte e questa strada fertile di esplorazioni, per tornare nel terreno paludoso della società lavorativa che mi attende e mi chiedo se è possibile tentare ancora una bonifica o uscirne e quali saranno i miei passi, mi chiedo cosa e come fare per trovare dentro o fuori il Comune di Roma una spiaggia dalla quale ridare vita a quella stella marina di cui parlava Nicoletta. Ho poche risorse, non parlo neanche il burocratese perché sono più vicina alla gente che al potere. Porto con me solo il mio entusiasmo e la gioia di imparare e sono consapevole che sono parecchio indietro e non solo per l’aspetto tecnologico, ma se anche una sola stella sarà salva in virtù di questo mio essere, io avrò compiuto la mia mission. Se anche il mio permanere qui sarà solo servito a distrarre qualcuno dall’ossessione del titolo per soffermarsi sulla bella opportunità che abbiamo di apprendere io avrò salvato una stella perché posso coltivare la speranza che voi che siete dirigenti, e avrete l’occasione e la possibilità per farlo, proverete a continuare nella direzione che andiamo ogni giorno apprendendo. Sta a voi seguitare a guardare avanti e stimolare gli altri a sollevare lo sguardo dal proprio ombelico! Ricordo quella bellissima poesia di Kavafis che dice:
” quando ti metterai in viaggio per Itaca augurati che la strada sia lunga e generosa di avventura e di esperienze. Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno: non è questo il genere di incontri che farai se il pensiero resterà alto e un sentimento fermo ti guiderà…!”

3 comments:

A. Savona said...
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leonida said...

Accidenti, ho cancellato il bel commento di Abe Savona che mi dava il benvebuto nel mondo della blogosfera, pigiando maldestramente un tasto. E' il primo capitombolo di una principiante...attendo altri commenti...

A. Savona said...

Cara Leonida ... benvenuto ancora una volta nel mondo della blogosfera. Mi dispiace... non parlo l'Italiano molto bene. Studio la lingua bella quando ho un po di tempo. Ciao!