Non
ho potuto fare a meno di tirar fuori dal cappello del Web, io Alice nel paese
delle meraviglie degli innovatori, questo video che in maniera creativa
sintetizza ed espone quello che è il
rivoluzionario salto di paradigma che il movimento Open Data si impegna
a compiere. Dalle “segreterie”, custodi del “segreto”, si viaggia verso la
trasparenza del dato con i principi ispiratori dell’open source. Sarà pronta la PA a prendere a tracolla lo
zaino con il quadratino di puzzle del
sapere che possiede per condividerlo? Perché di circolazione virtuosa del
sapere alla fin fine si tratta. Sono i knowledge workers i nuovi cavalieri
erranti che trasformeranno lo stitico castello della burocrazia con il ponte
levatoio del privilegio, in Open Space accessibile, visitabile e fruibile.
E’
un concetto in cui, sia come cittadino che come dipendente pubblico credo
molto, al punto che ho quasi perseguitato il mio dirigente affinché mi facesse
provare ad esporlo in un progetto che ho il piacere di condividere con voi.
https://drive.google.com/file/d/0B9caiEhrxIB5ZlFOTkd6ZDhsM2M/view?usp=sharing
Quel progetto non è mai partito, ma io ho la faccia di bronzo di credere ancora nei suoi contenuti. Avrò la mia Regina di Spagna? Qualcuno mi darà una navicella per partire?
https://drive.google.com/file/d/0B9caiEhrxIB5ZlFOTkd6ZDhsM2M/view?usp=sharing
Quel progetto non è mai partito, ma io ho la faccia di bronzo di credere ancora nei suoi contenuti. Avrò la mia Regina di Spagna? Qualcuno mi darà una navicella per partire?
La
domanda inquietante che io mi faccio e la faccio anche ai miei lettori è: c’è
Open Data senza Open Mind? Mi riferisco alle resistenze mentali al cambiamento dei politici ma anche degli
amministratori e dei funzionari pubblici, che tendono al mantenimento
dell’omeostasi del sistema e troppo spesso non accettano aspetti innovativi
così forti, da rivoluzione copernicana che vira dal segreto alla trasparenza. Il fatto è che non c'è trasparenza senza "ammissione dell'evidenza". Un dato può essere trasparente ma non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere. E’
opportuno che vi sia una parallela evoluzione della nostra classe dirigente pubblica
che superi quella miopia voluta e conservata attraverso ataviche concezioni del settore pubblico ancora legate ad
esclusività, privilegi, opportunismi che hanno già tanto danneggiato il nostro
paese.
L’imperdibile Luca Attias ci conferma
quando pesi sul nostro paese l’incancrenirsi di metodi sbagliati e comunque
reiterati per la scelta della classe dirigente. Open Mind!!!